lunedì 19 ottobre 2015

Fernando Garnero - Ragtime

Inizia la nuova stagione di /nu/thing, e per questa occasione intendiamo scrivere un post a più mani dedicato al compositore argentino Fernando Garnero.
Getteremo il nostro sguardo su uno dei suoi lavori più recenti: “Ragtime”, il cui organico è costituito da flauto, sassofono, pianoforte ed elettronica, composto per l’Ensemble L’imaginaire e presentato per il recente “Alla breve” su Radio France, sul cui sito potete ascoltarne la registrazione completa.



Come di consuetudine il ciclo “Alla breve” si svolge su cinque giornate, per questo la commissione prevede che il pezzo venga diviso in cinque brevi movimenti. “Ragtime” rispetta formalmente questa struttura componendosi quindi di cinque miniature di circa un paio di minuti ciascuna.
Secondo le note del compositore è il terzo pezzo di un ciclo di composizioni intitolato “Avoidances", una serie di brani dove l’attenzione compositiva è focalizzata sull’intenzione di costruire delle grammatiche immaginate a partire dal confronto di oggetti estetici aventi una precisa provenienza.


In questo lavoro appaiono chiari i sintomi della scrittura squisitamente artigianale di Fernando Garnero, nato nel 1976 in Argentina.
Il suo percorso artistico, tutt’altro che convenzionale, tocca varie fasi e correnti musicali prima di approdare alla composizione : passa per il rock, il jazz, la musica antica e la pratica di vari strumenti musicali, per poi giungere all’elettronica. Gli studi di Garnero iniziano a Buenos Aires e proseguono a Ginevra, Strasburgo, Basilea e successivamente a Parigi, dove tutt’ora vive e lavora. Forte è il suo rapporto con la Svizzera, dove fonda l’Ensemble Vortex, che a Ginevra riunisce interpreti e compositori. Proprio dal contatto diretto con gli strumentisti deriva il suo audace gusto per la sperimentazione e la manipolazione del suono.
Manipolazione tangibile in questo lavoro, dove il ragtime originario "Elite syncopations” di Scott Joplin viene frammentato in tanti pezzi minuscoli, rilavorato come un metallo prezioso come per ottenerne piccole schegge luminose, elementi che vanno a incastonarsi in un tessuto ritmico fatto di sussurri, parole, soffi e suoni appena accennati che rimandano alla traccia originale (non c'è nessun riferimento al Ragtime di Stravinsky).
Garnero ha intrapreso questa direzione da diversi anni: lavorare facendo musica con altra musica, in modo da creare un ambiente poietico capace di definire una serie di oggetti musicali. Questi ultimi superano il mero citazionismo e generano un metodo di lavoro che consente al compositore di proiettarli su differenti piani formali.
Gli oggetti creati da Garnero per “Ragtime” sono elementi vivi, non variati e non elaborati nella sostanza, disposti e giustapposti all’interno del lavoro, e sempre chiaramente definiti. Si tratta di un delicato gioco di memoria e di distanza, dove la citazione si infrange e si autodistrugge. Il ragtime di Joplin viene sistematicamente circoscritto da una voce che restituisce estratti di testi in lingua inglese, che produce fonemi e bisbiglii che narrano delle antiche origini del ragtime e della stessa vita di Joplin. Il sassofono invece tende a stabilire un contatto diretto con il brano di partenza affondando nelle radici della tonalità originaria d’impianto (Fa maggiore). Secondo le stesse parole del compositore si ha l’impressione di osservare “un oggetto biologico che si muove lentamente e che a un certo momento pare avere un proprio sviluppo organico”.
Questo sviluppo è tangibile nel continuo gioco di colori e di filtraggio attuati dalle differenti tecniche di produzione del suono impiegate. Gli strumenti, tutti amplificati, vengono snaturati e privati del senso originario del loro suono. Flauto e sassofono subiscono uno sdoppiamento: il loro compito è di produrre suoni che navigano fra il vocale e lo strumentale, anche in termine di timbro e di colore.
Il pianoforte invece si esprime attraverso gesti sonori rumoristi, tecnicamente anticonvenzionali: a volte la mano destra è impegnata a suonare con una scatola di plastica sulle corde, generando così un suono complesso costituito da clusters cigolanti, mentre altrove essa suona ironicamente le corde del pianoforte a mo’ di guiro. Allo stesso tempo la mano sinistra suona varie figurazioni con un superball, producendo pizzicati e suoni ricchi di armonici. Solo verso la fine dell’ultimo movimento il pianoforte prende possesso della sua vera natura, eseguendo in maniera tradizionale alcuni microframmenti del ragtime originario.
L’elettronica crea invece un ibrido, una sorta di sintesi, che dialogando costantemente con gli strumenti genera una tessitura sonora continuamente ambigua e sospesa fra suono e senso.
Per eseguire un brano così giocoso e intenso c’era senz’altro bisogno di musicisti all’altezza del compito richiesto, capaci di percepire la dimensione ludica che traspare dai primi elementi della composizione. Una sfida compiutamente affrontata e vinta dai musicisti dell’Ensemble L’Imaginare, con i quali Garnero aveva già lavorato e per i quali aveva composto “Ballad” - anch’esso appartenente al ciclo Avoidances - e a sua volta ispirato da una ballata di Gershwin.

Ciò che sorprende di "Ragtime" e in generale di tutta la musica di Fernando Garnero è il controllo quasi maniacale di ogni gesto, che anche nel meccanismo della ripetizione pare trovare sempre nuovi spunti vitali. Laddove gli elementi vengono economizzati e giocati attraverso un filtraggio continuo, appaiono rifrazioni acustiche che azionano un sottile gioco di memoria. L’ascoltare viene sommerso da una sofisticata trama musicale nella quale vive un'incessante proliferazione di noduli “tematici”, in cui la citazione acquisisce un valore polisemico in grado di evocare oggetti sonori in un complesso contesto di ripetizioni e di auto-similarità.
Lo stesso fatto di ricorrere alla citazione acquista un valore auto-ironico, quando essa è ripetuta insistentemente, come se seguisse un piano teatralmente architettato, che non lascia sfuggire la possibilità di generare ulteriori allusioni. Questo rappresenta probabilmente il nucleo del lavoro quasi ossessivo di Garnero sulla materia sonora.

Restiamo estremamente curiosi alle produzioni future di questo compositore invitandovi a scoprirlo e commentare su questo articolo.

Raffaele Grimaldi & Andrea Sarto

2 commenti:


  1. Vi ringrazio per questo bellissimo articolo, molto pertinente e profondo. Al di là d’il mio brano e de la mia musica, e’una buona occasione per discutere sopra « l’aura » degli oggetti musicale storici e la sua manipolazioni, e sopra la ripresentazioni di questi oggetti svuotato di contenuto e di contesto.
    Sapere capire la mia lentezza di scrivere in una lingua che non è la mia. Bravo Andrea ed Rafaelle, avete visto bene…

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  2. Caro Fernando, grazie a te della tua musica e delle tue parole: sei tu che hai visto bene nel tuo pezzo :) abbracci.

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