tag:blogger.com,1999:blog-5098680995580555027.post6009908400735913155..comments2022-12-03T15:59:29.041+01:00Comments on /nu/thing: Vivos VocoDaniele Ghisihttp://www.blogger.com/profile/18250025243029954499noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-5098680995580555027.post-73180121399086614722012-12-18T11:31:57.992+01:002012-12-18T11:31:57.992+01:00Hai ragione: naturalmente è una chiave di lettura ...Hai ragione: naturalmente è una chiave di lettura parziale, ossia parte già di un'interpretazione di base: che è all'origine dell'affinità di cui ti parlavo, ma che altre estetiche possono non includere, o risolvere diversamente.<br />Quanto a questo anzi, è proprio uno di quei punti in cui a guardare bene, assi e dimensioni supplementari sembrano volersi moltiplicare senza fine. <br />(Peraltro, mi fa ricordare un acuminato distinguo anti-psicanalitico di Elemire Zolla, in cui faceva notare che non tutto ciò che è inconscio è sub-conscio: esiste anche il sopra-conscio. <br />O il pre-conscio, io aggiungerei volentieri.) <br />Geografie dell'ignoto.<br />Credo che l'unica cosa indubitabile è che una certa separazione – dovuta al peso della materia – ci sia (è da qui che nascono gli angeli); rispetto ad essa le differenti posizioni, come sempre, fanno la bellezza dell'Arte.<br />Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/09691343896153847604noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5098680995580555027.post-37805939820091212312012-12-18T01:51:24.289+01:002012-12-18T01:51:24.289+01:00Caro Stefano,
grazie di cuore a te per la condiv...Caro Stefano, <br /><br />grazie di cuore a te per la condivisione di queste tue acute osservazioni, a me e a tutti i lettori del blog. Mi piace la rappresentazione dello iato tra musica e vita come discrimine tra un regime diurno e un regime notturno. In Harvey questa relazione è molto netta, sempre – non mi viene in mente davvero nessuna eccezione. (Ma, per il resto, Bach è diurno o notturno? E Brahms? Come molte ottime chiavi di lettura, forse anche questa è solo parziale. Ma nel caso di Harvey è particolarmente significativa.)<br /><br />Hai anche ragione su tutti i pezzi che hai citato, e che io ho omesso nel post – omissione che aveva il solo scopo di evitare un elenco dei memorabilia. Nel caso di Harvey, tra l'altro, stento a trovare un pezzo "brutto" (davvero non me ne ricordo, ma la memoria non è in generale il mio forte). <br /><br />Condivido soprattutto il passaggio in cui dici che la musica di Harvey si concede a tratti di essere ingenua, ma mai ideologica. È una frase bellissima, che sottoscrivo, e che avrei sicuramente aggiunto nel post se avessi visto subito le cose così lucidamente.Daniele Ghisihttps://www.blogger.com/profile/18250025243029954499noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5098680995580555027.post-61507651903086310792012-12-18T01:37:18.100+01:002012-12-18T01:37:18.100+01:00Caro Daniele, ti ringrazio per aver scritto di Jon...Caro Daniele, ti ringrazio per aver scritto di Jonathan Harvey.<br /><br />I punti che hai evidenziato sono molto centrati, e se mi permetto di risponderti, è semplicemente per condividere di rimando un paio delle cose che io percepisco come fondamentali nella sua musica.<br /><br />Una musica che si orienta coscientemente verso la Bellezza, senza cadere nel disimpegno, o nella faciloneria. <br />Questo perché è espressione di sincerità assoluta.<br />Una musica che, nella diversità dei risultati, si concede a tratti di essere ingenua, e mai ideologica.<br />Ed infatti una delle caratteristiche che ammiro nei suoi pezzi più alti è la capacità di superare con un colpo d'ala molte delle aporie della "musica contemporanea" per arrivare alla purezza, a quel luogo dove l'emozione e l'intelligenza non sono separate. <br />("And the Fire and the Rose are one".)<br />Giacché di intelligenza parliamo quando parliamo dell'ascendere, e in ciò che tu giustamente chiami la sua spiritualità io ho sempre visto la capacità di non smettere mai di riservare uno spazio prioritario ad una visuale ulteriore, più comprensiva, e mai definitiva. <br />Ho intuito poco a poco il senso dello "svuotarsi" di cui parlava spesso, e che un po' mi spaventava.<br />Il quale non era attrazione per il vuoto, bensì per l'ignoto.<br />E se posso evidenziare una delle dimensioni della sua musica totalmente in assonanza con la mia poetica, questa è la capacità – nel migliore dei casi – di fare apparire un luogo "altro", la cui bellezza è racchiusa nel mistero di non essere senza relazioni con l'esperienza quotidiana (io direi "diurna"), ma di esserne tuttavia lontanissimo, e largamente indipendente. Di modo che l'esperienza diurna stessa ne sia toccata, e voglia modificarsi, e tendersi.<br />Oppure, espresso altrimenti: che nei suoi momenti più alti la sua musica si in-formi ad un'immagine mentale superiore, e questa ci trasmetta, essendo i suoni specifici che impiega a questo fine un mero accidente. <br />Starei per dire, quasi perdonabile. <br />Allora: proprio questa capacità della sua musica di farsi "attrarre" è tra le cose per me più importanti; e mi rimanda a una nostra precedente conversazione fiorentina sull'ispirazione, sul "contenuto" della musica.<br /><br />(Oltre ai due pezzi che giustamente citi, io aggiungerei alla lista dei suoi lavori per me ineludibili almeno il Secondo e il Quarto Quartetto per archi, e "Wheel of emptiness", nei quali si esprime nella sua chiarezza massima, e "non somiglia a nessun altro".)<br /><br />Sono d'accordo quando parli della non separazione della musica dalla vita.<br />Qui sfiori uno dei punti più delicati ed inesprimibili, e che però fan parte della grandezza e dell'umanità di questo artista.<br /><br />Un abbraccio, <br /><br /><br />StefanoAnonymoushttps://www.blogger.com/profile/09691343896153847604noreply@blogger.com